E' una qualunque mattina di un giorno di festa e la famiglia Murasaki (con nonni M e C al seguito) si accomoda ai tavolini del baretto preferito per gustarsi un caffè...
Lei è lì, seduta al tavolino accanto con la figlioletta treenne che da sola si scofana un cornetto alla crema. Sembra innocua, ma sta cercando un pretesto, il più piccolo spiraglio per attaccar discorso.
Fossero stati solo Murasaki e Mr T l'avrebbero ignorata, ma i nonni sono un bersaglio facile, troppo per lei.
Lei è il tipico esempio di madre logorroica, chi può dire di non averne mai incontrata una? Al parco, in fila al supermercato: è sempre in agguato in luoghi, dove almeno per un po' le sue vittime non hanno via di scampo.
E appena intravede quello spiraglio inizia a parlare e racconta nei minimi dettagli tutto quanto riguarda sua figlia (perché solo così anche lei esiste).
La madre logorroica che ci ha letteralmente assaliti l'altro giorno lavora come assistente in uno studio pediatrico, denigra in ogni modo la nostra pediatra di base, che è anche la sua, dicendo che è uno di quei medici che vanno bene se i bambini stanno bene, eh ma se c'è un problema!!
Premetto che noi qualche problemuccio lo abbiamo avuto e che da parte sua c'è stata la massima disponibilità.
A parte questo lei, che è segretaria di uno studio pediatrico, sa bene come curarsi di sua figlia. Certo, peccato che la piccola treenne sia appena guarita da un'infezione alle vie urinarie che a quanto pare è stata causata da un eccesso di cioccolato, eh si perché a Natale ha scoperto il cioccolato... Bene, su certe cose sarò anche un po' bacchettona e criticona, ma non ho potuto fare a meno di domandarmi: potrà anche averlo scoperto, ma poi sua madre quanto gliene avrà fatto mangiare?!
Anche BUH a Pasqua ha scoperto il cioccolato: ha mangiato in tutto 3 mini ovetti in montagna e qualche pezzettino dell'uovo grande... che abbiamo poi fatto abilmente sparire tornati a casa ... domenica eravamo al bar e con il caffè ci hanno portato dei cioccolatini. Non abbiamo fatto a tempo a farli sparire tutti, m gliene abbiamo concesso solo una metà, l'altra l'abbiamo conservata per un dopo indefinito e lui non l'ha più chiesta.
Si, si certo! Commenta la Madre Logorroica: ma vostro figlio è proprio un "cicciobello" dove lo metti sta, è perché è un maschio, ma vedrete quando arriverà la sorellina, lo metterà in riga e farà correre anche voi, le femmine non si tengono a casa mia ormai i giochi sono dappertutto, in sala cucina, cameretta...
Ah si giusto, dimenticavo: con BUH siamo stati proprio fortunati, perché, come ha già detto qualcuna, se tuo figlio si comporta come fa BUH nella maggior parte dei casi, non è certo merito tuo di madre (o di padre): è che sei stata fortunata.
Non è certo perché con tutta la pazienza di cui la natura ti ha dotata sei rimasta impermeabile ai suoi capricci.
Non è certo perché sei rimasta imperturbabile anche le volte che si è gettato urlando sul marciapiedi o sul pavimento come in una vera sceneggiata napoletana.
Non è certo perché quando piange per i capricci più assurdi, non lo assecondi e vai avanti e indietro dalla cucina (mentre lui si dimena sul pavimento) a chiedergli se è pronto a parlare o a scusarsi, finché non è lui a chiamarti e a dirti: mamma voyyei chiedele scusa / mamma sono ponto pey metteye il pigiama.
No è vero, tutto questo non serve proprio a nulla e mi chiedo perché lo faccio? Perché mi impegno tanto perché mio figlio impari quali sono i limiti oltre cui non si può andare e perché impari chiedere le cose senza pretendere, urlare o piangere..? Perché, dato che secondo certa gente lui sarebbe comunque un "cicciobello" perfetto?
E' che nonostante tutto non posso fare a meno di pensare che
BUH è un treenne che sta imparando la vita e che io e Mr T siamo qui per accompagnarlo e guidarlo in questo difficile compito...
Per questo continueremo ad avere pazienza, ad essere impermeabili ai suoi capricci e a non reagire urlando, ma ad aspettare che si sia sfogato e che sia pronto a parlare con calma di quello che vuole e che sia pronto a scendere a compromessi quando non può ottenere, o non può ottenere subito, ciò che vuole.