BUH ha da sempre avuto una passione sfrenata per i libri e la lettura, e come tutti i bambini che amano sfogliare libri e farsi leggere filastrocche, storie e fiabe, alcune le impara praticamente a memoria.
A 20/21 mesi poteva recitare quasi integralmente la vispa teresa, capra capretta, cavallino arrò arrò e qualche altra filastrocca che mi obbligava a rileggergli ogni sera prima della nanna.
Crescendo, dalle filastrocche siamo passati a storie brevi e semplici, ai Barbapapà e poi a qualche fiaba. Nel nostro compito di educatori di un piccolo lettore siamo stati aiutati molto anche dall'asilo nido, dove le educatrici avevano istituito una vera e propria biblioteca: i piccoli sceglievano ogni venerdì un libro da portare a casa e leggere durante il fine settimana.
In questo periodo tra le fiabe preferite di BUH ci sono La bella addormentata e Biancaneve, così durante il nostro soggiorno in Calabria gli abbiamo regalato un libro che le contiene entrambe, insieme al cd da ascoltare. Durante il viaggio di ritorno abbiamo ascoltato il cd con le due fiabe innumerevoli volte e, naturalmente, BUH le ha ormai perfettamente memorizzate, così...
Qualche giorno fa BUH era dai nonni e il Nonno M ha deciso di leggergli Biancaneve, ma cercava di edulcorare alcune espressioni, come ad esempio: fare del male invece di uccidere. Risultato: BUH continuava a correggerlo.
Al ritorno dalla spesa Nonna Bea ha chiesto: Allora BUH, il nonno ti ha letto Biancaneve?
BUH: si... però... lui non sa tanto leggere!!!
lunedì 25 gennaio 2010
martedì 19 gennaio 2010
BUH e il magico Giappone
[Oggi lascio la parola al piccolo BUH]
C'è un Paese lontano lontano che si chiama Giappone.
La mamma me ne parla spesso e mi racconta che ci vivono dei nostri amici: alcuni li conosco di persona, altri li ho visti soltanto in foto...
Due in particolare li ho conosciuti quando avevo 2 anni, si chiamano Shou e Aya. Hanno anche dei nomi italiani perché il loro papà è italiano, mentre la mamma è giapponese.
Con loro mi sono divertito tanto. Aya era bellissima anche se usava solo parole strane, mentre Shou riuscivo a capirlo perché è più grande e sa parlare l'italiano come me.
Quel giorno d'estate è stato bellissimo: li abbiamo incontrati a Milano e per arrivarci abbiamo preso il treno.
Mi piace tanto viaggiare in treno e l'altro giorno ho detto a mamma "Quando sarò grande prenderò il treno per andare al lavoro, però tu mi tieni la mano perché io ho paura!".
Ma sto divagando, volevo parlarvi del Giappone.
Gli amici giapponesi qualche volta ci spediscono dei regali. Considerando questi regali ho capito che deve trattarsi di un posto magico e misterioso.
L'anno scorso Shou e Aya mi hanno mandato un libro bellissimo che racconta la domenica di un cagnolino e di un ranocchio pasticcione (Bamu to kero no nichiyobi): al posto delle solite lettere, che più o meno so riconoscere, la storia è scritta con strani segni di cui non ricordo il nome.
Quando è nata Sorellina ci hanno spedito una tutina e dei fazzoletti di Hello Kitty per lei e una maglietta dei Dragon Ball e dei calzini dei Pokemon per me.
Oggi, infine, abbiamo ricevuto i regali del nostro amico Liuto. Lui non lo conosco di persona: ha la mia stessa età e le nostre mamme si conoscono dai tempi dell'Università.
Abbiamo ricevuto due zainetti con l'occorrente per fare un pic-nic (2 piccole bento box con posatine di metallo e bacchette per me e posatine di plastica per Sorellina).
Il mio zainetto e tutto il contenuto sono blu con tanti camion e ruspe e altre macchine utili, mentre quelli di Sorellina sono tutti rosa e hanno i disegni di Hello Kitty.
Il Giappone deve essere popolato quasi esclusivamente da cartoni animati e spero tanto che un giorno la mamma mi ci porti.
Nel frattempo però le ho detto che la prossima volta che gli amici giapponesi ci manderanno dei regali ne vorrei uno ROSA per me e un altro ROSA per Sorellina.
[Murasaki inizia a preoccuparsi]
C'è un Paese lontano lontano che si chiama Giappone.
La mamma me ne parla spesso e mi racconta che ci vivono dei nostri amici: alcuni li conosco di persona, altri li ho visti soltanto in foto...
Due in particolare li ho conosciuti quando avevo 2 anni, si chiamano Shou e Aya. Hanno anche dei nomi italiani perché il loro papà è italiano, mentre la mamma è giapponese.
Con loro mi sono divertito tanto. Aya era bellissima anche se usava solo parole strane, mentre Shou riuscivo a capirlo perché è più grande e sa parlare l'italiano come me.
Quel giorno d'estate è stato bellissimo: li abbiamo incontrati a Milano e per arrivarci abbiamo preso il treno.
Mi piace tanto viaggiare in treno e l'altro giorno ho detto a mamma "Quando sarò grande prenderò il treno per andare al lavoro, però tu mi tieni la mano perché io ho paura!".
Ma sto divagando, volevo parlarvi del Giappone.
Gli amici giapponesi qualche volta ci spediscono dei regali. Considerando questi regali ho capito che deve trattarsi di un posto magico e misterioso.
L'anno scorso Shou e Aya mi hanno mandato un libro bellissimo che racconta la domenica di un cagnolino e di un ranocchio pasticcione (Bamu to kero no nichiyobi): al posto delle solite lettere, che più o meno so riconoscere, la storia è scritta con strani segni di cui non ricordo il nome.
Quando è nata Sorellina ci hanno spedito una tutina e dei fazzoletti di Hello Kitty per lei e una maglietta dei Dragon Ball e dei calzini dei Pokemon per me.
Oggi, infine, abbiamo ricevuto i regali del nostro amico Liuto. Lui non lo conosco di persona: ha la mia stessa età e le nostre mamme si conoscono dai tempi dell'Università.
Abbiamo ricevuto due zainetti con l'occorrente per fare un pic-nic (2 piccole bento box con posatine di metallo e bacchette per me e posatine di plastica per Sorellina).
Il mio zainetto e tutto il contenuto sono blu con tanti camion e ruspe e altre macchine utili, mentre quelli di Sorellina sono tutti rosa e hanno i disegni di Hello Kitty.
Il Giappone deve essere popolato quasi esclusivamente da cartoni animati e spero tanto che un giorno la mamma mi ci porti.
Nel frattempo però le ho detto che la prossima volta che gli amici giapponesi ci manderanno dei regali ne vorrei uno ROSA per me e un altro ROSA per Sorellina.
[Murasaki inizia a preoccuparsi]
mercoledì 13 gennaio 2010
BUH e... il vasino
[rumore di passettini che dal corridoio si dirigono verso il bagno... pausa... poi una vocina si diffonde per la casa]
"Mammaaaa... ho fatto la caccaaaa!"
Di primo acchito si potrebbe pensare che non ci sia nulla di strano: un bimbo tre-quasi-quattrenne sta imparando a cavarsela da solo e chiede aiuto a mamma solo nella fase finale dei suoi bisogni.
Certo, se BUH fosse un bambino qualsiasi sarebbe così, ma BUH è BUH. Ha imparato senza sconvolgimenti a fare pipì nel vasino e poi nel wc dall'età di 28 mesi, ma con la "cacca" ha sempre avuto un rapporto piuttosto difficile.
Nel vasino non ha mai voluto farla, figurarsi nel wc. Le abbiamo provate tutte. Lo abbiamo preso con le buone, con le minacce, con le promesse, ma nulla: lui al momento opportuno si nasconde da qualche parte e la fa nelle mutande, dopodiché nel migliore dei casi ci chiede subito di cambiarlo. Nel peggiore finge indifferenza portandosi a spasso i suoi profumini per la casa...
Ho letto che è un problema più comune di quanto si possa immaginare e perfino le Maestre Perfettini e Nuvoletta ci hanno rassicurato che si risolverà entro i 5 anni, ma chissà perché la prospettiva di aspettare tutto questo tempo non mi alletta particolarmente.
Capirete periò che la frase "Mammaaa ho fatto la caccaaa..." pronunciata da un BUH appollaiato sul wc è stato un evento epocale in casa Murasaki, soprattutto quando con aria sorniona mi ha sussurrato: "Sai mamma ero andato in stanza mia per fare cacca, ma poi ho fatto una corsa fino in bagno e l'ho fatta nel water!!"
Io e Mr T abbiamo esultato ed eravamo quasi sul punto di organizzare una festa per celebrare l'evento, ma... ovviamente il giorno dopo BUH è tornato a farla nelle mutande!!
Ci consoliamo dicendoci che comunque è stato un passetto avanti e speriamo che non sia stato solo un caso.
"Mammaaaa... ho fatto la caccaaaa!"
Di primo acchito si potrebbe pensare che non ci sia nulla di strano: un bimbo tre-quasi-quattrenne sta imparando a cavarsela da solo e chiede aiuto a mamma solo nella fase finale dei suoi bisogni.
Certo, se BUH fosse un bambino qualsiasi sarebbe così, ma BUH è BUH. Ha imparato senza sconvolgimenti a fare pipì nel vasino e poi nel wc dall'età di 28 mesi, ma con la "cacca" ha sempre avuto un rapporto piuttosto difficile.
Nel vasino non ha mai voluto farla, figurarsi nel wc. Le abbiamo provate tutte. Lo abbiamo preso con le buone, con le minacce, con le promesse, ma nulla: lui al momento opportuno si nasconde da qualche parte e la fa nelle mutande, dopodiché nel migliore dei casi ci chiede subito di cambiarlo. Nel peggiore finge indifferenza portandosi a spasso i suoi profumini per la casa...
Ho letto che è un problema più comune di quanto si possa immaginare e perfino le Maestre Perfettini e Nuvoletta ci hanno rassicurato che si risolverà entro i 5 anni, ma chissà perché la prospettiva di aspettare tutto questo tempo non mi alletta particolarmente.
Capirete periò che la frase "Mammaaa ho fatto la caccaaa..." pronunciata da un BUH appollaiato sul wc è stato un evento epocale in casa Murasaki, soprattutto quando con aria sorniona mi ha sussurrato: "Sai mamma ero andato in stanza mia per fare cacca, ma poi ho fatto una corsa fino in bagno e l'ho fatta nel water!!"
Io e Mr T abbiamo esultato ed eravamo quasi sul punto di organizzare una festa per celebrare l'evento, ma... ovviamente il giorno dopo BUH è tornato a farla nelle mutande!!
Ci consoliamo dicendoci che comunque è stato un passetto avanti e speriamo che non sia stato solo un caso.
venerdì 8 gennaio 2010
Le vacanze sono finite
Oggi le feste sono definitivamente finite: presepio, albero e decorazioni varie sono stati distribuiti nelle scatole che Mr T al più presto riporterà in cantina.
Questa volta BUH ha vissuto con molta più partecipazione la preparazione e l'attesa del Natale. Per la prima volta ha voluto scrivere la letterina, mi ha aiutata a decorare la casa e, come ogni anno da quando aveva 20 mesi a fare i biscotti di Natale.
Gli sono poi toccate alcune prove che ha superato egregiamente. Tra queste:
- la "recita" alla scuola materna. Per fortuna, contro ogni aspettativa, la maestra Perfettini e la Maestra Nuvoletta hanno preferito preparare una festa in classe, senza caricare di aspettative i genitori e di tensione i bambini.
I piccoli (vestiti con pantaloni rossi e maglietta bianca) hanno semplicemente cantato due canzoni tutti insieme e recitato una poesia.
BUH ha superato la prova con la sua solita flemma, la tensione lui non sa cosa sia. Mentre tutti gli altri bambini stavano seduti più o meno composti con le gambe dritte davanti a loro, lui se ne stava con una gamba piegata e il braccino oziosamente appoggiato sul ginocchio.
Certo tutti i treenni hanno partecipato come meglio potevano un po' cantando e un po' no, ma lui si è superato. Non appena mi ha vista tra i genitori mi ha urlato "CIAO MAMMAAA" sbracciandosi per farsi notare.
- il lungo viaggio verso la Calabria e ritorno.
E' stata la prova più dura, ma l'abbiamo superata tutti. Il viaggio in due tappe (casa-pescara / pescara-calabria) con pause dei due piccoli che non sempre combaciavano. Il fiume in piena di affetto dei nonni calabresi che per diversi motivi non ci vedevano da quasi un anno, la mancanza di bambini con cui giocare ovviata solo l'ultimo giorno facendo visita a una mia cugina che ha la mia stessa età, ma ha cinque figli...
Durante queste vacanze lo abbiamo trovato cresciuto tanto: chiede chiarimenti sepre più precisi sul mondo che lo circonda, fa domande senza sosta, ragiona e fa deduzioni. Si sente orgoglioso dei suoi progressi come ad esempio l'essere ormai in grado di vestirsi quasi del tutto senza aiuto.
Come sempre si sente anche orgoglioso di essere un fratello maggiore e continua, almeno per ora, la sua adorazione per Sorellina...
Questa volta BUH ha vissuto con molta più partecipazione la preparazione e l'attesa del Natale. Per la prima volta ha voluto scrivere la letterina, mi ha aiutata a decorare la casa e, come ogni anno da quando aveva 20 mesi a fare i biscotti di Natale.
Gli sono poi toccate alcune prove che ha superato egregiamente. Tra queste:
- la "recita" alla scuola materna. Per fortuna, contro ogni aspettativa, la maestra Perfettini e la Maestra Nuvoletta hanno preferito preparare una festa in classe, senza caricare di aspettative i genitori e di tensione i bambini.
I piccoli (vestiti con pantaloni rossi e maglietta bianca) hanno semplicemente cantato due canzoni tutti insieme e recitato una poesia.
BUH ha superato la prova con la sua solita flemma, la tensione lui non sa cosa sia. Mentre tutti gli altri bambini stavano seduti più o meno composti con le gambe dritte davanti a loro, lui se ne stava con una gamba piegata e il braccino oziosamente appoggiato sul ginocchio.
Certo tutti i treenni hanno partecipato come meglio potevano un po' cantando e un po' no, ma lui si è superato. Non appena mi ha vista tra i genitori mi ha urlato "CIAO MAMMAAA" sbracciandosi per farsi notare.
- il lungo viaggio verso la Calabria e ritorno.
E' stata la prova più dura, ma l'abbiamo superata tutti. Il viaggio in due tappe (casa-pescara / pescara-calabria) con pause dei due piccoli che non sempre combaciavano. Il fiume in piena di affetto dei nonni calabresi che per diversi motivi non ci vedevano da quasi un anno, la mancanza di bambini con cui giocare ovviata solo l'ultimo giorno facendo visita a una mia cugina che ha la mia stessa età, ma ha cinque figli...
Durante queste vacanze lo abbiamo trovato cresciuto tanto: chiede chiarimenti sepre più precisi sul mondo che lo circonda, fa domande senza sosta, ragiona e fa deduzioni. Si sente orgoglioso dei suoi progressi come ad esempio l'essere ormai in grado di vestirsi quasi del tutto senza aiuto.
Come sempre si sente anche orgoglioso di essere un fratello maggiore e continua, almeno per ora, la sua adorazione per Sorellina...
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