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mercoledì 31 luglio 2013

Un assaggio di vacanze: Calabria

Piedini sul bagnasciuga
L'estate sta scorrendo via veloce tra temporali e qualche giorno di caldo afoso.
Stiamo cercando di non pensare troppo alla scuola anche se ci portiamo avanti con i compiti con molta calma.
Ci siamo accordati per due pagine di esercizi al giorno e una di lettura, mettendo in conto che ci sono giorni in cui i compiti si possono anche saltare.
Fino alla scorsa settimana Buh e Sorellina hanno frequentato con grande piacere i centri estivi del nostro comune, che sono stati molto ricchi di attività: laboratori creativi, tornei sportivi e gite in piscina.

giovedì 2 maggio 2013

A grande richiesta: la ricetta del pane arcobaleno!!


Questa primavera è stata finora grigia e uggiosa. Almeno dalle nostre parti il sole si è visto poco, così domenica scorsa, per portare un po' di colore sulla tavola della colazione io e i bambini abbiamo preparato la nostra ricetta del pane ARCOBALENO.

Nella nostra versione di colori ne usiamo solo tre (potete aggiungere anche arancione e verde), ma ai bambini piace davvero tanto e si può utilizzare sia a colazione con la marmellata o altre farciture, oppure come pane da tramezzini, per un allegro pic-nic o per una merenda con gli amichetti dei bambini.

Potete fare il pane arcobaleno con qualsiasi ricetta di pane da tramezzini o pan brioche, ma se volete seguire la nostra ricetta (visto che su facebook in molti me l'hanno richiesta), eccola qui.

martedì 5 febbraio 2013

Alle prese con la scuola primaria


A volte si viene presi da altri pensieri e da qualche preoccupazione e il blog semplicemente si dimentica nel "cassetto".
Negli ultimi mesi sono stata molto presa dalle difficoltà incontrate da BUH nell'abituarsi e conformarsi all'idea di comportamento "giusto" delle sue maestre che a volte sembra che non abbiano mai avuto a che fare con dei bambini di sei anni prima d'ora (e non è un'impressione solo nostra...).

Naturalmente non c'è ancora riuscito: si incanta, si perde nei suoi pensieri, chiacchiera e a volte si alza in piedi. Una settimana sì e una no porta a casa da finire i compiti che non ha terminato in classe per tutti i motivi di cui sopra e io sprofondo nello sconforto anche se non lo do a vedere.
Lui invece non si scoraggia affatto e i compiti li fa volentieri, anche quelli che porta da finire: si siede alla scrivania e in breve tempo li fa senza esitazione. Anche quando gli assegnano dei compiti in settimana lui tiene moltissimo a finirli in tempo, tanto che l'altro giorno avendone tanti, si è svegliato presto al mattino per finirli.

sabato 14 aprile 2012

Murasaki e gli ospiti inattesi

Io sono una persona molto abitudinaria per quanto riguarda la gestione della casa, non sono particolarmente entusiasta quando mi vengono annunciati degli ospiti inattesi.
Figuratevi la mia espressione quando ho scoperto che avremmo avuto due ospiti per tutti i giorni di chiusura dell'asilo nido, e cioè da giovedì 5 fino a martedì 10 aprile compreso!!
Per fortuna questi ospiti in particolare sono poco ingombranti e accudirli non è stato un grande sconvolgimento per la nostra routine familiare, anzi è stato divertente occuparmi di loro insieme a BUH e Sorellina, e mi è quasi dispiaciuto quando mercoledì, tornando a casa dall'ufficio, non li ho più trovati ad accogliermi in soggiorno...

giovedì 28 luglio 2011

Murasaki, Mr T e il fine settimana in montagna

La scorsa settimana non ci avrei creduto, ma dopo tre settimane passate con i nonni, i nostri bambini sono già tornati quasi alla normalità e in famiglia regna di nuovo l'armonia, beh nei limiti di una famiglia che conta un cinquenne e una duenne!!
Prima di tutto, però, Mr T e io abbiamo dovuto agire su noi stessi, così venerdì durante il viaggio verso i monti, non abbiamo fatto altro che ripeterci che dovevamo "essere Zen" e meditare per controllare la famigerata no-child zone.
Abbiamo dovuto ripetercelo come un mantra per tutto sabato e poi domenica, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.

Sabato, poi, siamo finalmente riusciti a prendere la funivia per salire verso i piani di Bobbio. BUH era eccitatissimo e Sorellina, pur non capendo bene quello che succedeva, continuava a ripetere "mi piasce funivia, mi piasce". In realtà però quello che le è piaciuto di più è stato starsene nella fascia sulla mia schiena... non le pareva vero di potersene stare così appiccicata alla sua mamma!!

lunedì 27 giugno 2011

BUH e la fiaba del bambino che non dormiva mai (LA FINE!)

Il Bambino che non dormiva mai e i suoi genitori

Ed eccoci qui... finalmente... la fine!!

Eravamo rimasti all'incontro con gli zii, che stanno per rivelare i loro poteri magici all'avventuroso bambino.

“Ma non ci sono ponti e il fiume è così grande… come potrò attraversarlo?” chiese il bambino.
“Non temere – lo rassicurò la Zia – io ho il potere dell’Erba e con un incantesimo posso creare un ponte di erba e giunchi!”. Detto fatto, la zia fece apparire un ponte che attraversava il grande fiume.
Da lì, però, il bambino doveva proseguire il viaggio da solo. Lo zio lo salutò e gli disse: “Voglio farti un dono… io ho il potere del Sole perciò ti donerò questa bacchetta del Sole per…”

BUH: No mamma, non era una bacchetta del sole…
Murasaki: Ma lo zio ha il potere del sole, la bacchetta può servirgli a illuminare…
BUH: No mamma, facciamo che era una bacchetta con il potereeeee… del FUOCO!!
Sorellina: scì... FUOTOO FUOTOOO!!
Murasaki: Ma tu non stavi dormendo?
Sorellina: NO, FUOTOOO, FUOTOOO!!

E lo zio disse: “Ti dono questa bacchetta che ha il potere del Fuoco e ti guiderà quando la strada si farà più buia.”
Il bambino allora salutò gli zii e si rimise in viaggio, portando nel suo zainetto il carillon, il campanello magico e la bacchetta del fuoco.
Cammina, cammina giunse alla montagna. Iniziò a salire, ma gli alberi e i cespugli erano molto fitti, tanto da oscurare la luce del sole. Allora il bambino prese la bacchetta donatagli dallo zio e pronunciò la formula magica: “Abracadabra, accada quel che accada, bacchetta del fuoco illumina la mia strada!”
La bacchetta si illuminò e il bambino riuscì facilmente a raggiungere la cima della montagna.
Intanto si era fatto buio. Il bimbo, naturalmente, non poteva dormire, ma si sdraiò sul prato a osservare il cielo stellato, quando all’improvviso riconobbe la sua cara amica, la Stella della Sera.
“Hai visto? – le disse – sono riuscito a trovare la strada per la Foresta dei Sogni!”
“Sei stato abile e coraggioso! – disse la Stella della Sera – Domani scenderai dalla montagna e troverai un cancello. E’ il cancello che protegge la Foresta dei Sogni. Se riuscirai ad aprirlo, finalmente potrai dormire e sognare come tutti gli altri bambini”.

venerdì 24 giugno 2011

BUH e la Storia del bambino che non dormiva mai (2)

La storia del bambino che non dormiva mai ha davvero appassionato BUH; soprattutto gli è piaciuta l'idea dell'invenzione improvvisata della fiaba, tanto che ha iniziato a suggerire lui stesso elementi e personaggi da far incontrare al piccolo protagonista.
Così sera dopo sera, pezzetto dopo pezzetto BUH e io abbiamo continuato a intessere la storia del bambino che voleva dormire e sognare come tutti gli altri bambini e ora è quasi conclusa.

Eravamo rimasti alla Rana, che aveva suggerito al bambino di rivolgersi al Folletto del Bosco.


martedì 8 febbraio 2011

BUH e l'entomologia (3) ovvero le avventure di Isabetta la cavalletta

Isabetta la Cavalletta
Sì, avete capito bene, BUH ha, anzi aveva, un'amica di nome Isabetta, ed era - udite udite - una cavalletta.
Dico aveva perché è stata ospite a casa nostra per quasi un mese, poi un giorno ha deciso che era ora di riprendere la sua strada e l'abbiamo accompagnata nel prato sotto casa. Ma incominciamo dall'inizio.

Un giorno, verso fine novembre tornammo a casa e, spostando i pannelli delle tende del salotto, ci accorgemmo di lei. Se ne stava lì immobile aggrappata alla trama del tessuto bianco. Sembrava un po' spaesata, aggrappata là in alto, e scrutava tutto intorno come se si chiedesse in che strano posto fosse andata a finire.

BUH per un attimo fu spaventato, ma poi iniziò ad osservarla con attenzione e, quando si rese conto che in fondo in fondo era innocua, decise che era simpatica e che potevano anche essere amici. Così fu decretato e subito ci proibì di accompagnarla in terrazza come facciamo di solito con gli incauti insetti che si avventurano nella nostra dimora.
"Perché, mamma, fuori fa freddo, per questo la cavalletta è venuta a rifugiarsi a casa nostra!".
Come potevamo ribattere qualcosa? E poi pensavamo che finché se ne fosse rimasta a vivere sulla tenda non ci avrebbe dato alcun fastidio: decidemmo di darle anche un nome, così fu battezzata Isabetta la Cavalletta.

Da quel giorno Isabetta rimase con noi per circa un mese, fin quasi a Natale. Divenne una presenza così familiare che ogni volta che si nascondeva dietro la tenda, subito BUH diventava inquieto: Dov'è Isabetta? Dov'è? Se ne è andata via?
Imparammo a seguire le sue migrazioni da un pannello della tenda all'altro, le sue lentissime passeggiate a testa in giù lungo le guide di scorrimento dei pannelli, le audaci esplorazioni fino a metà tenda e ritorno.
BUH la salutava entrando in casa, mi chiedeva di cosa si nutrisse e se dovessimo provvedere noi oppure no (devo dire che credo abbia ripulito la zona dai vari moscerini e ragnetti che vi si annidavano dall'estate).
Persino Sorellina aveva capito che c'era qualcosa di interessante là in alto sulla tenda, perciò ogni volta che sentiva nominare Isabetta, iniziava a gesticolare concitata ed esclamava: E' là! E' là! E' là!

Infine, qualche giorno prima di Natale, all'improvviso Isabetta saltò sul pavimento, iniziò a esplorare il corridoio e con un balzo lo percorse quasi tutto. Capimmo che era giunto il momento per lei di riprendere la sua strada. Mr T la chiuse in un contenitore con un foro per l'aria e chiese a BUH di dirle addio.
"Nooo, non voglio, sigh sigh, io voglio che Isabetta resti per sempre con noi, umpfh!"
Lo abbiamo confortato e gli abbiamo spiegato che forse Isabetta aveva finito le scorte di insettini di cui cibarsi e che probabilmente, visto l'avvicinarsi del Natale voleva andare a trascorrerlo con la sua famiglia.
Pian piano BUH si è convinto, anche se avrebbe desiderato munirla di cappottino, dato che fuori in quei giorni era davvero tanto freddo e lei come se la sarebbe cavata senza di noi?
Già, come se la sarà cavata? Di sicuro è stata felice di tornare a saltare qua e là nel prato sotto casa. E Mr T dice che non appena aperta la scatolina in cui l'aveva riposta è balzata subito sul prato e poi ancora e ancora... allontanandosi sempre più nel buio gelido dell'inverno... Addio Isabetta, è stato bello averti con noi per un po'!!

giovedì 12 marzo 2009

BUH, ovvero l'elogio della lentezza

BUH non ama correre, o meglio, ama correre ma quando lo sceglie lui per gioco.
"MAMMA DAI COYYAMO!!", esclama. Poi si mette in posizione di partenza - una gamba davanti e l'altra dietro - e conta 1,2,3 viaaaa e si corre e si ride tutti insieme, che sia in cortile, al parco o lungo il marciapiedi.

BUH non ama correre, tanto che a Natale ha aperto i doni con calma, osservandoli e provandoli per bene, prima di passare al pacchetto successivo.

BUH non ama correre come concetto, le cose fatte di fretta non gli garbano, e io stessa non posso dargli tutti i torti, dato che al mattino mi sveglio quasi mezz'ora prima per poter FARE colazione invece di ingurgitare in due minuti un caffè e due biscotti come fanno tanti miei colleghi.

BUH non ama correre, e non posso dargli tutti i torti, tuttavia quando impiega 45 minuti per mangiare un piatto di pasta, ammetto che fatico a "lasciar correre", per fortuna però sono dotata di grande pazienza.

BUH non ama correre, ma quando si ingegna a trovare mille stratagemmi per ritardare il momento della nanna, un po' la pazienza la perdo, così mentre lui strilla, me ne vado in un'altra stanza e gli chiedo di richiamarmi quando sarà pronto per infilarsi nel pigiama. Cosa che generalmente avviene non più di 10 secondi dopo!!

Lunedì 9 marzo è stata la 3° giornata mondiale della lentezza. Mi ha fatto pensare a quanto soffra il piccolo BUH, ogni volta che per qualsiasi motivo ci troviamo a doverci preparare più in fretta del solito, soprattutto al mattino. Venerdì scorso è capitato e lui, per non smentirsi, è diventato isterico: ha pianto per infilare la giacca, per uscire, per entrare in auto. Alla fine ha solo tre anni e non gli è ancora facile capire certe dinamiche.
La sua mattina ideale (e ammettiamolo, anche la nostra) è quella in cui si sveglia e poi mi sveglia, esclamando: Mamma, vieni facciamo i pancake!!
Insomma quando è lui a svegliare noi, di sabato e domenica, quando cioè ce la prendiamo tutti davvero comoda, e restiamo in pigiama almeno fino alle 9.00, e poi usciamo per passeggiare e non per correre all'asilo e al lavoro...
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