martedì 12 ottobre 2010

Mr T, il lavoro a casa e i figli

Alcuni post letti di recente mi hanno fatto riflettere. Si parla spesso dei pro e contro del lavorare da casa o in un ufficio, e se ne parla soprattutto dal punto di vista delle mamme, che vorrebbero poter gestire meglio i propri tempi oppure che vorrebbero, giustamente, poter rapportarsi a un mondo di adulti oltre che a quello dei propri nani (vedi i recenti post di Mammafelice e di Machedavvero). Ma dai commenti che seguono questi post nessuno sembra curarsi del fatto che questi problemi possono, anche se in tono minore, riguardare anche i papà.

In particolare, mi ha fatto specie leggere il primo commento al post di Macheddavvero che, tra gli altri pensieri comprendeva questo:

"... Però una cosa è innegabile. Se un uomo è a casa e sta lavorando, lui non può essere disturbato perché sta lavorando. Se una donna è a casa e sta lavorando, sta anche badando alla cena, ascoltando con la coda dell'orecchio se la lavatrice finisce la centrifuga, dando lo sciroppo al bambino e rispondendo a una chilometrica telefonata di lamentele di sua madre. Minimo..."

Devo dissentire per una semplice ragione: se un uomo sta lavorando in una casa in cui ci sono bambini piccoli e nonni (suoi genitori) finisce per trovarsi nella stessa identica situazione descritta da Wonder, e lo dico per esperienza personale.

Mr T è un grafico freelance da anni, ma fino a un anno e mezzo fa si era sempre appoggiato ad agenzie pubblicitarie lavorando nei loro uffici. Per diversi motivi lo scorso anno ha deciso di mettersi in proprio, ma tra ricerca del locale da adibire a studio e il prolungarsi dei lavori di ristrutturazione, si è trovato a doversi ricavare un micro-ufficio in una stanza a casa dei suoi.

Bene, si potrebbe pensare, si chiude nella sua stanzetta e lavora tranquillamente. Ed è qui che ci si sbaglia!

Innanzitutto bisogna considerare che Sorellina, fino a tutto il mese di settembre, cioè fino a che non ha iniziato a frequentare il nido, è stata a tempo pieno a casa dei nonni e poi bisogna considerare i mesi estivi, in cui anche BUH! è stato molto più presente a casa dei nonni. Perciò alcune delle frasi tipiche che Mr T si sentiva ripetere ogni giorno, comprendono:

"Mr T, devo uscire a comprare il latte, mi tieni mezzora Sorellina, che fuori fa caldo/freddo?"
"Mr T, Sorellina dorme così bene, vai tu a prendere BUH a scuola? Tanto cosa vuoi che sia, interromperai il lavoro al massimo per una mezzoretta..."
"Papàaa, mi fai vedere un cartone sul tuo computeeer?"

E mi ci metto anch'io, che da quando ho ricominciato a lavorare a tempo pieno (sono fuori casa dalle 7.30/8 alle 19), mi affido fin troppo a Mr T, con la scusa che lui lavora a casa.
"Mi porteresti questi golfini in lavanderia? Tanto è sotto casa!"
"Passeresti tu a pagare la retta del nido/a ricaricare la tessera mensa della materna? Tanto se vai in paese..."

Insomma, oggi Mr T è un papà che gestisce i pargoli e parte della casa quasi dall'alba al tramonto e tra una corsa e l'altra lavora. Tutto perché al momento non ha un ufficio in cui rifugiarsi e concentrarsi in modo continuo sul suo lavoro.

Ogni mattina, con un aiuto relativamente limitato da parte mia, prepara BUH e Sorellina, li porta a scuola e nido. Lavora. Va a riprenderli per portarli dalla nonna. Lavora. Alla sera prepara la cena e sistema anche la cucina, mentre io mi limito a stendere, piegare ed eventualmente stirare i panni (attività che nemmeno mi spiace più di tanto). Senza contare che spesso si alza a consolare Sorellina di notte, perché io -ahimé, anzi ahilui- non la sento. E per tutto questo si lamenta? Beh a volte un po' lo fa, ma allo stesso tempo dice di essere felice di poter passare più tempo con i nostri figli, rispetto a quanto facesse prima.

Ho raccontato tutto questo perché, Mr T, voglio dirti grazie, perché so che troppo spesso sembra che non mi renda conto di tutto quello che fai per la nostra famiglia o che non lo apprezzi.
Non so come farei senza il tuo sostegno e -
ora che almeno ci sono una porta e una vetrata - ti auguro che lo studio sia pronto per l'inaugurazione al più presto e che tu possa finalmente concentrarti al cento per cento sul tuo lavoro e sui nuovi clienti.
Perché è vero che a volte per noi genitori l'ufficio serve da camera di decompressione, serve per riprendere fiato dallo stress familiare, dai bambini urlanti o frignanti e sempre aggrappati a gonne e a pantaloni, e tu ne hai davvero bisogno! Love4.

9 commenti:

  1. ciao mi sembrava di riconoscere mio marito nel tuo post..lui non è free lance è un dipendente ma per fortuna con orari più morbidi dei miei. E lui che segue i piccoli nel pom con l'aiuto di mia madre qualche volta (lavora part-time con turni) e lui che se i twins stanno male rimane a casa....non so cosa farebbe il mio sistema nervoso se lui non ci fosse....

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  2. Anch'io ho letto i post di cui parli con relativi commenti ,per quel che può contare io sono da parte dell'ufficio che il lavoro a casa ma non avevo mai pensato ai papà ,hai fatto delle giuste considerazioni .Complimenti per il blog ,sauti Chiara

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  3. Anche io ho riflettuto molto sul tema...è una cosa che seppur parzialmente mi tocca da vicino...

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  4. @twins: uguale uguale. E' lui che porta Sorellina a fare le vaccinazioni e accompagna BUH alle feste in settimana. Ci tiene molto, perché da piccolo ha sofferto molto l'assenza di un padre che con tutte le buone intenzioni, lavorava lontano da casa.

    @viaggiare: anch'io preferisco l'ufficio, anche se potendo preferirei lavorare meno ore!!

    @bismama: bene rifletti, poi ne parliamo quando passi da Milano :-)
    dobbiamo assolutamente prendere quel caffé insieme

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  5. Hai ragionissima, anche per me non c'è una differenza di genere. Mio marito lavora insieme a me nel corridoio, e soffre degli stessi 'problemi'. E se io faccio la lavatrice, lui carica la lavastoviglie. Se io faccio delle attività con dafne, lui la notte si alza se lei lo chiama.
    Per dire che, alla fine, il lavoro autonomo è così per tutti...

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  6. siccome proprio oggi mi hai detto che non frequento più il blog mi sono permesso di venire a dare una occhiatna...
    L'inno a Mister T lo condivido!
    Essendo anch'io un papà credo che sia opportuno nel cambiamento dei ruoli che questa generazione ha subito/trovato riconoscere che sia le nuove mamme che i nuovi papà devono armarsi di nuovi superpoteri...
    io non vorrei mai fare a meno delle mie bambine ma le poche volte che ho dovuto "lavorare a casa" non è stato assolutamente facile. Tradurre il lavoro in un gioco per le bimbe era l'obiettivo iniziale. alla fine o giochi con loro o lavori. Per il resto spero presto di rivederVi

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  7. bè, mi sa che in qunato a compagni di vita abbiamo esperienze ben diverse... il mio in cassaintegrazione chiamava un cugino o la madre in aiuto per non gestire da solo il nano, figuriamoci se ci metteva pure qualche faccenda di casa. al massimo una lavastoviglie ogni 2 giorni, ma solo perchè non gli piace come la carico io (e io lavoravo 10 ore al giorno + spesa + gestione casa + gestione totale nano quando ero a casa).

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  8. pensavo fosse solo mio fratello a fare questa vita. un applauso a lui, a MrT e a tutti i papà un po' mammi come loro!

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  9. @mammafelice: appunto!
    @franco: sii dobbiamo rivederci, proprio l'altro giorno BUH mi chiedeva quando verrete a trovarci!
    @Claudia-cipi: purtroppo ci sono anche papà così, stessa cosa per una mia amica. Suo marito in cassa da qualche mese e lei deve far le corse per tornare a casa a preparare la cena :-(
    @lerinni: e meno male che ce ne sono di papà un po' mammi :-)

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Vi apro le porte della mia casa, siate educati e misurati nei vostri commenti.

(I post più vecchi sono moderati)

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