venerdì 7 novembre 2014

Studiare il violino a otto anni: gioie e dolori

Essere genitore di un bambino che affronta lo studio del violino, o di un altro strumento musicale, non è facile.
Non è facile soprattutto se il bambino in questione è caratterizzato da una combinazione di fattori in contrasto totale tra loro: distrazione e perfezionismo.


Ma cominciamo dall'inizio. Quando BUH ha chiesto di iscriversi al corso di violino, immaginavo che per noi genitori sarebbe stata dura, ma solo a livello uditivo. Già temevo tutti quegli SSQQUIIIKK e SSCRRATT che ci si aspettano normalmente dall'incontro tra archetto e corde di un piccolo violinista in erba.
E invece no. Lui in un mese e mezzo di studio avrà grattato le corde sì e no 10 volte, di cui almeno 7 volontariamente, al solo scopo di esprimere il suo dissenso nei miei confronti.
Studiare violino gli piace, soprattutto quando è a lezione con il maestro, ma quando si tratta di esercitarsi a casa la musica cambia. Premetto che si esercita sempre volentieri, ma il momento del violino diventa sempre di più un terreno aperto di scontri madre/figlio, tanto che ieri sera, prima di iniziare i suoi esercizi, mi ha detto:
«Io gli esercizi li faccio, però poi qui finisce sempre male!» 
Questo perché, come indicato dal maestro, io mi metto accanto a lui per controllare che mantenga correttamente la posizione delle mani e delle dita sull'archetto e sulle corde, che rispetti la durata delle note e il ritmo, e che suoni le note giuste.
Naturalmente, però, dato che io non sono il maestro, lui ha sempre da ridire se gli faccio notare un errore o se gli chiedo di fare attenzione all'archetto o a come tiene il braccio. Così per ogni minuto di esercizio, ne passa almeno 5 accasciato sulla poltrona a lamentarsi, frignare o fissare il vuoto, per non parlare di quando si mette a leggere tutte le noticine scritte sulla pagina - che per inciso non hanno nulla a che vedere con l'esercizio che deve suonare in quel momento!!

Io cerco di mantenere la calma il più possibile, perché lo studio del violino è relegato all'ora di cena e lui è stanco, ma una volta su due perdo la pazienza e alzo la voce. So che dovrei fare il possibile perché suonare resti un piacere, ma so anche che i 4 esercizi (di una riga) che gli assegna il maestro, per lui sarebbero più che fattibili in 20 minuti al massimo, e invece - per tutti i motivi di cui sopra - ne impieghiamo 30 o 40 per farne due.

Poi ci sono i momenti in cui subentra il perfezionista che c'è in BUH. E lì sono pianti dirotti perché non riesce a controllare l'archetto, oppure non riesce a suonare subito perfettamente note come il fa diesis o il do diesis.
In questi casi da mamma tigre devo trasformarmi in mamma coach: mi siedo vicino a lui e gli racconto di quando ho iniziato a suonare il pianoforte e mi facevano male i polsi perché non tenevo bene le braccia, o di quanto si siano dovuti esercitare, anche sbagliando, due dei suoi attuali idoli (la violinista Lindsey Stirling e il violoncellista Steven di The pianoguys), per arrivare a suonare ai livelli di oggi.

Insomma avere un figlio “piccolo” che inizia a studiare il violino (ma immagino anche altri strumenti) è molto impegnativo soprattutto a livello emotivo. Certo, non tutti i bambini sono dei distratti cronici e contemporaneamente perfezionisti come BUH, ma di sicuro bisogna seguirli con attenzione.

E tra voi c'è qualcuno che ha figli che suonano uno strumento? Mi raccontate come è stato l'impatto iniziale e se e come li seguite nello studio?
Naturalmente sono bene accetti anche le considerazioni e i consigli di maestri di musica che dovessero passare da qui.

7 commenti:

  1. Io ho studiato flauto, dopo un anno di studio sono entrata in una banda. I miei genitori non mi hanno mai seguito nello studio. Studiavo? Meglio per me. Non studiavo? Peggio per me. Alla lezione successiva col maestro ci sarei dovuta andare io, non loro, quindi erano problemi miei. Erano così anche con gli studi scolastici. Mi sono sempre arrangiata e responsabilizzata da sola.

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    1. Grazie per il commento Moky, ma considera che è stato il maestro a chiederci di seguirlo in questi primi mesi, perché con il violino all'inizio è difficile controllare la posizione del corpo e se non la controlla rischia i crampi alle braccia o alla mano che usa sulla tastiera.

      Lui è già responsabilizzato e ogni sera prende spontaneamente il violino per esercitarsi. Quindi il problema non è questo.
      Sinceramente non vedo l'ora che acquisisca una maggiore consapevolezza nella posizione di braccia, spalle, mani e dita, così da potersi esercitare con una minore supervisione da parte nostra e una maggiore serenità per tutta la famiglia!
      ;-)

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  2. Io sarei già impazzita.. ahahah!

    Di certo è frustrante anche per un adulto sentirsi riprendere da chi non riteniamo esperto in un certo campo.. ^^

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  3. Io sono veramente stupita come già un bambino possa scegliere come strumento musicale il violino, uno dei più difficili insieme alla fisarmonica e al flauto traverso...
    Buh è spettacolare e diventerà un grande.
    Da piccola studiavo mia cara come te il pianoforte ed era un obbligo del collegio( ma stare ferma era terribile per me, anche se mi spronavano a fare il conservatorio)..e invece..ho studiato danza e sono diventata corrispondente musicale...ahahahah
    Vedi la vita che stranezze!
    Mi sono iscritta subito con infinito piacere , sperando in un tuo gradito ricambio..
    Un abbraccio forte a tutti e due!
    http://rockmusicspace.blogspot.it/

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    1. In effetti alcune conoscenze quando ho annunciato la sua scelta, sospettavano che avessimo imposto noi lo studio dello strumento, ma lui è sempre stato molto determinato nelle sue scelte.
      Spero solo che questa duri almeno per qualche anno :-)

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    2. Bambino di gran carattere amica cara...
      Felice e al settimo cielo anche se pieno di pioggia , per la tua graditissima iscrizione ..
      Vado subito a salvare il tu blog, nel roll preferiti!
      Un bacio speciale!

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  4. Ho iniziato a studiare pianoforte che non facevo ancora la prima elementare. Ricordo mia madre che mi ripeteva tutti i giorni "Rachele, gli esercizi di piano!", e ricordo il fastidio con cui li facevo, pur avendo fortemente desiderato IO di andare a pianoforte! Non c'è molto che tu possa fare, gli esercizi sono noiosi e basta.
    Poi un giorno… un miracolo! una illuminazione! ho sentito la mia maestra suonare Chopin e mi sono innamorata. Da allora le cose sono cambiate... Peccato solo che fossi già alle scuole superiori! ;)

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Vi apro le porte della mia casa, siate educati e misurati nei vostri commenti.

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